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29 Aprile 2024

Supersex: a Berlino la prima mondiale

di Rita Chessa
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Le prime tre puntate della serie liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi proiettate alla Berlinale restituiscono la storia di un uomo diversa dal personaggio a cui siamo abituati

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Il 21 febbraio scorso è stato presentato in anteprima mondiale al Festival internazionale del cinema di Berlino, ‘Supersex’: la serie liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi, prodotta da Matteo Rovere e Lorenzo Mieli. Alla ‘Berlinale’ è stato possibile vedere solo le prime tre puntate, perché i 7 episodi sbarcheranno il 6 marzo p. v. su Netflix. Diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, nonché prodotta da Lorenzo Mieli e Matteo Rovere, quando abbiamo appreso che la sceneggiatura era stata scritta da Francesca Manieri abbiamo subito compreso che il progetto avrebbe offerto un punto di vista capace di andare ben oltre gli stereotipi che hanno caratterizzato, pSupersex_2.jpger anni, un certo tipo di cinematografia.
Francesca Manieri, infatti, laureata in filosofia e diplomata al Centro sperimentale di cinematografia, prima di intraprendere la professione di sceneggiatrice (ottenendo anche la nomination ai David di Donatello e collaborazioni con registi del calibro di Valentina Pedicini, Sydney Sibilla, Luca Guadagnino e Matteo Emanuele Crialese, ndr) ha militato molti anni nei collettivi ‘lesbo-femministi’ romani, oltre a esser stata nel gruppo promotore delle ultime ‘Cinque giornate lesbiche’, di cui ha curato l’organizzazione della sezione politico-filosofica. Questa consapevolezza non poteva che farci porre degli interrogativi su come questa serie potesse posizionarsi relativamente al confine esistente tra autodeterminazione e mercificazione del corpo. E infatti, in 'Supersex', Eros e Thanatos si intrecciano in un racconto che indaga sui giochi di potere tra i generi (per lungo tempo considerati esclusivamente nel loro soffocante e claustrofobico 'binarismo', ndr) e sulla costruzione (anche performativa) del ruolo maschile.
Siamo dunque di fronte a un viaggio biografico sul pornoattore, interpretato da Alessandro Borghi e Saul Nanni, che parte sin dalla sua prima difficile infanzia, raccontando anche i suoi aspetti più tragici fino agli incontri salvifici, fondamentali per la svolta esistenziale e per la sua carriera. Nel ruolo del fratellastro di Rocco troviamo Adriano Giannini, mentre la parte della moglie di Rocco è affidata a Jasmine Trinca. 
“Sono stata felice di aver assistito a un film che raccontasse il Rocco Siffredi uomo, diverso dal personaggio a cui siamo abituati”, ha affermato Sara Laia, romana recatasi a Berlino con Stella Calzecchi, sia per la 'Berlinale', sia per il concerto dei Cccp. Eravamo convinti che Moana e la 'mitopoiesi' che si è creata attorno al suo simulacro avrebbe potuto esistere solo e unicamente in un periodo diverso da quello attuale, dove la pornografia non era immediatamente accessibile come oggi. Ma dopo aver assistito a 'Supersex' siamo giunti alla conclusione che, in realtà, ci sbagliavamo: infatti, il mito è, in primo luogo, un racconto. E, per renderlo possibile, è importante che ci sia un numero proficuo di persone disposte a 'credere' a una storia nel lungo termine.
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LE IMMAGINI UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO STATE RIPRESE ALLA 'BERLINALE' IN PRESENZA DI ATTORI, ADDETTI AI LAVORI E ROCCO SIFFREDI

FOTO CREDITS: SARA E STELLA


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