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21 Novembre 2024

Copyright, un problema europeo

di Luca Albergo
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Copyright, un problema europeo

Individuare e punire qualunque violazione delle leggi di proprietà intellettuale. È questa la parola d'ordine emersa al primo forum di imprenditori ed esperti di internet presieduto da Nicolas Sarkozy, tenutosi a Deauville il 24 e 25 maggio. In gioco ci sono due libertà. L’espressione culturale e l’acceso all’informazione. Il campo di battaglia è la rete. Il G-8 e la Commissione Europea hanno discusso “le regole” contro la pirateria proponendo la collaborazione tra aziende provider e società di gestione dei diritti.Il presidente francese chiede una rete “civilizzata” e con “valori”.
Sarkozy ha chiesto ai governi, “unici rappresentanti legittimi della volontà generale”, che devono trasportare quei valori su internet fino a renderla “civilizzata” e “responsabile”.
Il suo Governo ha approvato la così detta “legge dei tre avvisi” o legge Hadopi, secondo la quale un’azienda che offre connessione a internet può, dopo tre avvertimenti, disconnettere un utente, se viola le regole di proprietà intellettuale. “Più che dare ai creatori i diritti di proprietà delle loro opere, ha garantito la loro indipendenza, ha dato loro la libertà"” ha assicurato Sarkozy.
Secondo i rappresentanti delle grandi multinazionali culturali, però, la moralizzazione d’internet non è gratuita. Trova la sua strada da parte delle istituzioni a causa di mancate entrate dal tradizionale modello di business. Da Bruxelles, il suo ex ministro e ora commissario per il Mercato Interno, ha pubblicato un documento anticipando parte delle misure che la Commissione Europea metterà sul tavolo nei prossimi mesi. I piani di Barnier si basano su due assi. Il primo passa per favorire la cooperazione tra le aziende provider e le società di gestione dei diritti d’autore come la SIAE in modo che captino le violazioni del copyright attraverso lo scambio di archivi e la visione online di film o telefilm.
Secondo Bruxelles, nessuno meglio delle compagnie provider è in grado d'indagare sulle attività degli utenti. Secondo il Commissario, questa collaborazione, messa in atto in Olanda, costituisce un “buon modello”. L’idea si nutre dell’accordo contro la pirateria internazionale ACTA, in attesa di firma. Il patto, negoziato in gran segreto, fu contestato dal settore delle telecomunicazioni, che ha interpretato il suo ruolo che potrebbe passare dal fornire infrastruttura a fiscalizzare il suo uso.
La Commissione studierà anche l’armonizzazione del canone digitale.

Contro The Pirate Bay
L’altro asse della proposta di Barnier include anche i teleoperatori, ma invece di dirigersi all’utente pretende “Chiudere” i web che “facilitano la pirateria”. La proposta ancora non ha preso forma, ma ricorda la nota Legge Sinde, che permette di iniziare un processo amministrativo contro un sito web partendo da una denuncia di violazione del copyright. Fonti della squadra del Commissario hanno assicurato che lo scopo è di lottare contro “siti web come Pirate Bay”, che forniscono la moltitudine di link verso opere protette”.
La Commissione ha anche annunciato che studierà l’armonizzazione del canone digitale che si applica in modo disuguale in molti paesi dell’UE. Per ultimo, Bruxelles mira a fornire all’Osservatore europeo sulla Falsificazione e la Pirateria per portare avanti “campagne di sensibilizzazione, educazione per le autorità che applicano la legge, ricerca per innovare l’applicazione della legge” e cooperazione tra i paesi.
La scommessa di Bruxelles inizierà a materializzarsi a cavallo dell'estate e sarà oggetto di discussione tra gli stati membri dell’UE e il Parlamento Europeo, che nel passato si è dimostrato molto critico con le intenzioni dell’industria. L’Eurocamera ha ricordato in varie occasioni che tutto intervento su internet non può violare i diritti fondamentali della legislazione europea.
“Nessuno può controllare o limitare internet” ha assicurato Sarkozy, difendendosi dalla critiche. Per Barnier “l’intenzione non è criminalizzare nessuno”. Non la vedono così le associazioni di internauti che considerano summit come quello del G-8 una “cortina di fumo”, un “pretesto” per “controllare ancor di più internet”, secondo Jeremie Zimmermann, portavoce dell’associazione La Quadrature du Net. “Non siamo ladri”, ha avvertito durante una delle esposizioni, in riferimento a quelli che usano servizi di scambi di file.

(articolo tratto da Público.es, tradotto da Vocidallastrada.com)


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