La sinistra italiana s’indigna per la consueta ‘reunion’ dei fedelissimi di Benito Mussolini, ma in realtà dovrebbe chiedersi come mai, nelle periferie e tra i ceti meno abbienti, essa non riesce più a rappresentare la propria anima popolare e sociale
Erano in trecento (per le forze dell’ordine), un migliaio (secondo gli organizzatori) a Predappio (FC), per commemorare il 74mo anniversario della morte del Duce. Non erano nostalgici: l’unica vera nostalgia è emersa dalle parole della signora Paola Gallo, 92 anni, ausiliaria della Repubblica sociale italiana: “Tutto funzionava con tanti sogni”, ha raccontato ai microfoni del Tg3, “poi ho visto il crollo”. Molti erano lì che “piangevano davanti alla tomba del nonno”, dice Edda Negri Mussolini, nipote del fondatore del fascismo, “questo vuol dire che c’è dell’affetto. E non è un affetto politico”. La ‘cripta Mussolini’ è stata riaperta in via straordinaria, lo scorso fine settimana, per permettere ai 'fedelissimi' di rendere omaggio al dittatore romagnolo. Il management Rai cerca, adesso, un colpevole: colui che ha permesso di mandare in onda un servizio che non ha fatto altro che raccontare, semplicemente, dei fatti. E’ stato soprattutto il Pd a gridare allo scandalo: il senatore e membro della commissione di Vigilanza, Michele Anzaldi, ha addirittura ipotizzato il reato di apologia del fascismo. Il buon giornalismo dovrebbe raccontare le notizie senza condizionamenti: lasciando parlare i fatti, insomma. E i fatti dicono che a Predappio c’è una ricorrenza annuale, o semestrale (a seconda delle abitudini dei ‘fedeli’). In realtà, nella località che ha dato i natali a Benito Amilcare Andrea Mussolini, il 29 luglio 1883 e che, dal 1957, ospita le sue spoglie, il flusso dei camerati ha avuto il suo picco massimo nel giorno del centenario della nascita: infatti, nel 1983, arrivarono nella cittadina romagnola dai ventimila ai trentamila fedeli (variabili a seconda dei giornali dell’epoca). E’ una cittadina che da sempre festeggia l’anniversario della liberazione tre giorni prima. Anche il sindaco, Giorgio Frassineti, eletto per la prima volta nel 2014, ex Pci, Pds, Ds e Pd (renziano), ora nella lista civica ‘Predappio Bene Comune’, ha capito che nel fascismo c’è del potenziale, cercando, di tanto in tanto, di far resuscitare la Casa del Fascio e dell'Ospitalità per farne un museo per raccontare il fascismo. “Basta con la Predappio del turismo in camicia nera”, affermava Frassineti in una vecchia intervista al 'il Giornale', “la città non deve celebrare, né supportare il fascismo, ma lo deve conoscere in modo completo. E per farlo, deve sapere cosa sia stato il fascismo, come è nato, come è caduto: occorre raccontarlo senza paura”. Noi aggiungiamo solamente che Giacomo Matteotti di certo non morì scivolando su una buccia di banana. Ma non sarà proprio perché la sinistra è troppo occupata a raccontare e ad agitarsi per il fascismo, che ci sono forze politiche di destra come Casapound, che si appropriano dei territori storicamente della sinistra? Mentre la sinistra s’indigna, Casapound si occupa di chi non sa come superare la terza settimana del mese. Non sarà, magari, l’incapacità di una sinistra che, da anni, non riesce a esprimere un leader degno di questo nome e che riesca a guardare in faccia il Paese e riconoscerlo? Un leader con una visione politica avveduta e lungimirante, che consideri le esigenze del popolo e non solo quelle degli ‘ambienti’, che possa solleticare le fantasie di elettori da troppo tempo allo sbando e che, da secoli, sono abituati a pensare che sia più comodo e rassicurante prostrarsi dinanzi all’uomo ‘forte’. Che spesso è forte con i deboli, ma debole con i forti. Non dovremmo stupirci se, nel 2019, ci sono tanti giovani che si commuovono innanzi alla tomba del Duce del fascismo, la maggior parte dei quali non lo ha mai neanche visto, se non in qualche vecchio filmato dell’Istituto Luce. Talvolta, la mancanza di alternative porta ai gesti più disperati.
NELLA FOTO QUI SOPRA: ROCCA DELLE CAMMINATE, NEI PRESSI DI PREDAPPIO (FC)
AL CENTRO: IL GIOVANE MUSSOLINI ARRESTATO DOPO LE PROTESTE CONTRO LA GUERRA DI LIBIA
IN ALTO A DESTRA: IL BUSTO DEL DUCE ALL'INTERNO DELLA CRIPTA MUSSOLINI