Che cos’è il debito pubblico? È la situazione debitoria totale - una sommatoria dei cosiddetti ‘deficit’ annuali - di uno Stato che si realizza nel momento in cui le strutture statali spendono più di quanto incassano attraverso tasse, oneri e tariffe. Fin qui, nulla di nuovo. Ma cosa succede se sommiamo il debito pubblico di ogni singolo Stato? Lo ha fatto il giornale inglese ‘The Economist’ che, per la prima volta, attraverso mappe e grafici interattivi, ha pubblicato la situazione – tragica – riguardante il debito pubblico mondiale. Con l’utilizzo di un 'clock' si può osservare giornalmente la cifre che corrisponde al suddetto monte debitorio. Un ‘conta soldi’ che continua a girare vorticosamente, per un ammontare davvero impressionante: circa 50 trilioni di dollari, ovvero 50 mila miliardi di euro. A questo punto, però, la domanda sorge spontanea: ma chi deve dei soldi a chi? Beh, la risposta non è incoraggiante, perché il chi siamo tutti noi: italiani e cittadini del mondo compresi. In realtà, è una sorta di 'mal comune mezzo gaudio', che dimostra come ogni Paese abbia i suoi problemi. Certo è che il colpo d'occhio fa davvero paura, sia perché il valore è in continuo aumento (e questo significa che i debiti governativi sono in crescita, di conseguenza lo saranno le tasse di ogni singolo Stato), sia perché la bilancia dei rifinanziamenti – concordati a livello internazionale a intervalli regolari – è un punto di domanda per tutti. La 'reputation' di ogni Stato, a livello economico e in ambito internazionale, si basa sulla capacità di rimborsare il proprio debito. È un po' come a scuola: se hai una brutta pagella la promozione è a rischio. Solo che qui il rischio è la crisi, che non tocca solo i diretti interessati, ma anche tutti i loro vicini. Tornando al contatore globale, la mappa creata da 'The Economist' consente di ricavare una sorta di graduatoria, nella quale si scopre che, nella scala dei maggiori debitori, il nostro Paese occupa il 4° posto, preceduto da Giappone, Stati Uniti e Germania. In pratica, si evince che non importa quanti debiti hai, ma se sei in grado di rimborsarli. Insomma, come dice il mio direttore di banca (e le agenzie di rating): se non sei un 'buon pagatore' non sei affidabile. E avere un debito pubblico elevato non significa essere un Paese povero.