Bossi si dimette. L'annuncio dato in diretta dai microfoni di Radio Padania suscita sgomento nel popolo leghista. Naturalmente è tutta una congiura. È il sistema che tesse la sua trama per mettere in cattiva luce il Senatur. Ma in poche ore ogni replica si tramuta in un no comment. Si spengono i microfoni, scompaiono i profili da facebook. E poi monta la rabbia di chi ci credeva. Massimo Cozzi, per esempio, in tre righe postate sul profilo di Maroni esprime tutta la delusione della 'base': «Ennesima figura di me**a... nelle sezioni non arrivano i soldi e si fa la colletta tra militanti per pagare l'affitto della sede!! E poi si scoprono queste schifezze che fanno venire il voltastomaco!!». Lo scandalo Belsito - il tesoriere del Carroccio finito nel mirino della Procura di Milano con l'accusa di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato - nel corso delle ore si delinea in tutte le sue torbide verità: la macchina del 'trota', la finta sede ristrutturata che in realtà è la villa personale di un funzionario leghista e così via. Centinaia i commenti ironici di chi leghista non è mai stato (come quello che abbiamo utilizzato come titolo). Intanto i 'nuovi' vertici della Lega si attivano per 'salvare' la faccia. Già le prime defezioni e chi 'prende le distanze'. Ma la verità si riassume nei commenti degli ex leghisti che strappano le loro tessere e affermano che «è un incubo».
Volevamo scrivere un editoriale 'pasquale' sulla necessità della fede e la richiesta di un segno, un qualche miracolo che ci desse anche solo un accenno di speranza e... toc eccolo lì. Altro che la sorpresa nell'uovo! Anche se, a dire il vero, sorpresa non si può proprio definire. Purtroppo un altro vaso di Pandora si è aperto e chissà quante orribili verità ci farà scoprire di questa nostra Italia che è sempre più sinonimo di vergogna.