Riceviamo e gentilmente pubblichiamo il presente appello delle associazioni dei cineasti italiani, indirizzato al Capo dello Stato, On. Sergio Mattarella
Ill.mo Presidente,
il Premio nazionale ‘David di Donatello’, che dal 1956 è sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e da sempre viene considerato, dal mondo culturale e dagli intellettuali, come il riconoscimento più importate che la cinematografia riconosca ad artisti, produttori, attori, registi, autori, scenografi e costumisti, ha sempre riconosciuto e riconosce nel tempo tutti quei professionisti che hanno dedicato un’intera vita al cinema e che tutti noi ricordiamo e rispettiamo per le loro altissime professionalità artistiche e culturali, poiché hanno saputo lasciare un segno indiscutibile nella storia del cinema. Uomini e donne di cui è rimasto un ricordo indelebile nella Storia, senza certamente dover considerare la loro età anagrafica. Perché l’arte non ha età, signor Presidente: essa è l’intelletto di quel professionista che, nel suo creare, è capace di andare al di là persino del tempo, nel sognare, nel criticare o nel raccontare un fatto, una storia, un evento, una società. Perché il cinema è tutto questo: racconta, critica e ricorda eventi, analizza la società di ieri, quella di oggi e la Storia stessa, che ricordiamo e raccontiamo in quanto nostro patrimonio di valori comuni.
Il ‘David di Donatello’ è sempre stato il riconoscimento per quegli artisti e intellettuali che hanno fatto e che hanno raccontato la Storia. E la sua Giuria è sempre stata rappresentata o guidata da nomi come quelli di Gian Luigi Rondi o Giuliano Montaldo: personalità che hanno onorato il ‘David’ con la loro competenza e che noi cineasti vorremmo ancora oggi alla guida di questo glorioso riconoscimento, per dare lustro a chi fa il cinema. Ma per riuscire a rappresentare tutto questo, gentilissimo Presidente, il cinema bisogna conoscerlo, amarlo profondamente, viverlo giorno per giorno. Invece, alla fine del 2018, alla presidenza del ‘David di Donatello’ è stata nominata la signora Piera Detassis: una giornalista che non ci risulta abbia mai fatto cinema, la quale, nella sua ansia di rinnovare l’ambiente, ha eliminato con un colpo di spugna più di 800 professionisti, tra produttori storici – alcuni dei quali hanno realizzati film di importanza nazionale e internazionale - registi e tecnici di altissimo livello, inseriti nella giuria del David da più di 30 anni, non curandosi del loro lavoro, della loro esperienza e memoria storica, coniando altresì lo slogan: ‘Il cinema che premia il cinema’. Forse, il ‘David di Donatello’ era già questo anche prima dell’avvento della signora Detassis. E se questa frase resta valida per tutti, noi non la ricordiamo come un’esponente di rilievo dell’ambiente cinematografico. Ci permettiamo, inoltre, signor Presidente, di venire a sottolinearLe, con il massimo della cortesia possibile, che oltre a tagliare quei membri storici i quali, ancora oggi, fanno parte del nostro mondo attoriale, artistico e professionale di maggior livello, nella nuova Giuria la signora Detassis ha inserito nomi praticamente sconosciuti: segretarie di associazioni che non sono mai state considerate nel circuito degli addetti al lavori; titolari di uffici stampa; infine, dirigenti di agenzie pubblicitarie che rischiano d’incorrere in un conflitto di interessi inaccettabile, poiché non è certamente concepibile che persone che, per mestiere, promuovono attori e registi, allo stesso tempo siano potenzialmente in grado di votarli per il premio cinematografico più importante d’Italia. La signora Detassis, con questa sua maldestra operazione, rischia di marginalizzare la memoria storica del premio, calpestando la professionalità dei giurati precedenti, in spregio alla loro esperienza nel valutare un prodotto filmico, inserendo altresì nella nuova Giuria persone non competenti per giudicare un qualsiasi tecnico e/o autore cinematografico.
Illustrissimo Presidente, Le chiediamo pertanto, con sincera stima e rispetto: perché dobbiamo declassare un premio nazionale così importante e affossare il cinema italiano?
L'occasione è ovviamente gradita per rivolgerLe i nostri più sinceri sentimenti di rispetto e di stima.
Le associazioni dei cineasti italiani
NELLA FOTO: PIERA DETASSIS
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