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23 Novembre 2024

Montez è nudo

di Serena Di Giovanni
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Montez è nudo

L’artista romano ha regalato ai sorianesi un'opera scultorea in peperino grigio dal titolo 'Sublimazione': una rivisitazione contemporanea del mito di David. In questa intervista, ci racconta la sua ossessione per il nudo

In occasione della V edizione dell'Esposizione Nazionale delle Arti Contemporanee di Soriano nel Cimino, Giorgio Capogrossi (in arte “Montez”) ha realizzato un'opera scultorea in peperino grigio dal titolo Sublimazione, commissionata dal direttore artistico Paolo Berti e dal Sindaco Fabio Menicacci ed istallata permanentemente come monumento civico presso il Belvedere in Piazzale dei Cavalieri di Vittorio Veneto del medesimo comune (o nel comune di Soriano). L'iniziativa, patrocinata dal Comune di Soriano nel Cimino, dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Viterbo, è stata insignita della medaglia del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. 
Ai Sorianesi, Montez ha voluto regalare un David, l'eroe biblico che affrontò e uccise il gigante Golia. O, meglio ancora, una rivisitazione contemporanea del suo mito. La scultura consiste essenzialmente in un piedistallo scolpito con un tronco d'albero sulla parte superiore. “Il David, però, non c'è, è sublimato”, come afferma lo stesso artista. Il giorno dell’inaugurazione dell’opera, avvenuta il 22 agosto scorso, Giorgio Capogrossi si è mostrato nudo, come mamma lo ha fatto, in Piazzale Cavalieri di Vittorio Veneto di Soriano nel Cimino, suscitando un bel po’ di scalpore nella comunità locale. 
Sotto questa discussa azione si nasconde, però, una serie di complessi significati che trovano fondamento nella tradizione artistica italiana. Ne parliamo direttamente con Montez.

Giorgio, innanzitutto, vuoi spiegarci meglio Sublimazione in rapporto alla tua ricerca artistica? 

“Sublimazione è l’azione n. 6 delle “Manifeste Azioni” di Montez. Le “Manifeste Azioni” sono come gli atti di una opera lirica che racconta la mia storia. O, meglio, la nostra storia, intesa come una allegorica storia dell'Uomo, cioè degli uomini che fanno la storia, quindi anche dell’Atelier Montez. “Azione” vuol dire “relazione”, condivisione di una esperienza, rapporto con il mondo. In queste azioni mi manifesto attraverso una dichiarazione poetica, la rivelazione del mio essere nel mondo. Le “Manifeste Azioni” sono dunque un manifesto aperto, un manifesto che non dice nulla ma “mostra”. Esse rappresentano il processo genetico di una nuova poetica del contemporaneo e testimoniano la mia ricerca estetica, semiotica e semantica che ha il suo fine e la sua fine nel linguaggio stesso. Sublimazione è un lavoro interdisciplinare, dalla struttura a cipolla, composto del monumentino in peperino grigio (così lo chiamano i Sorianesi), del tanto discusso happening del nudo in posa sul Piazzale Belvedere e della relativa documentazione audiovisiva, di una stampa fotografica in teca di plexiglas, delle foto dei visitatori nelle vesti di “sculture viventi” e della testa decollata di Golia scolpita nella medesima pietra monumentale locale. Nella narrazione di questo mito prendono forma, in relazione anacronistica fra loro, i vari momenti di cui l'azione è composta. Il lavoro deve essere dunque considerato prevalentemente nel rapporto fra le singoli parti e l'insieme”.

Qualche informazione in più sulla scelta del soggetto, il David. Perché hai deciso di rappresentare proprio l’eroe biblico che uccise il gigante Golia?
“Ho avuto l'ispirazione visitando il parco dei mostri di Bomarzo. Ho pensato che a Soriano sarebbe servito un bel David per sfidare le mostruose sculture giganti. Il David può simboleggiare molte cose, fra cui la purezza, la fede, la sfida, la civiltà.. Più in generale rappresenta dei valori positivi come il “bene” e il “ bello”. Non a caso il David di Michelangiolo è da molti considerato il simbolo del “bello italiano” per eccellenza. La scelta di rappresentare l'assenza del David in forma scultorea lascia uno spazio vuoto, da immaginare e da riempire. L'osservatore, di fronte a domande come “dov'è l'arte?” o “che cos'è bene? Che cos'è bello?” è indotto ad interagire per dare significato all'esperienza. Diciamo che il mio obiettivo è quello di stimolare la riflessione sul valore dell'arte nel XXI secolo, l'epoca dell'adorazione e del culto della bellezza diffusa nell'etere come fosse un gas. Se ci pensi, il titolo dell'opera è “Sublimazione” e non “David contro Golia” perché, come direbbe Ives Michaud, L'arte è allo stato gassoso”.

Veniamo al cuore della questione. Perché hai voluto esibire pubblicamente il tuo corpo nudo? Cosa volevi dimostrare e/o comunicare con questo gesto?
“Io sono in qualche modo ossessionato dal nudo; è la cosa più attuale che gli antichi ci insegnano! Trovo che un corpo umano nudo sia poetico ed estremamente comunicativo e mi piace utilizzarlo nella mia ricerca artistica. Esibendo il mio corpo nudo in una piazza pubblica ho voluto essere David, così come me lo sentivo io, fra magnifico ed osceno, esploratore del limite oltre il quale l'azione artistica diventa oltraggio al pubblico pudore. Questa “azione violenta”, o provocazione, non è fatta per il mero gusto di provocare, ma assume un' accezione positiva: la sublime forza espressiva della nudità, come fosse una apparizione divina, cattura l'attenzione dell'osservatore. Lo sfida, lo interroga e lo costringe a riflettere su quello che vede. Ritengo di aver raggiunto un discreto equilibrio fra bellezza ed oscenità, fra senso di responsabilità e ludica provocazione. D'altronde l'opera è ambigua già nel titolo, “Sublimazione”, che in psicologia significa la trasformazione di un impulso sessuale o violento in uno non sessuale e non violento, come l'arte”. 

Come hanno reagito pubblico e critica alla tua performance ? 
“Ci sono state reazioni diverse. C'è chi ha gradito, chi non ha voluto vedere, chi si è preoccupato. Per il fornaio la cosa è andata un po' oltre: mi ha inseguito minacciandomi con una baguette. Per fortuna non ci sono state denunce da parte della cittadinanza. Invero, la mia azione è stata percepita in modo civile, come arte, perseguendo dunque il suo fine comunicativo. Un ringraziamento speciale va al critico d'arte Robertomaria Siena che ha scritto questi versi poetici, riportati sulla targa alla base del “monumentino”: A che/Il giorno dopo/Il fulgore/Dell'eroe giovane e nudo?/Il giorno dopo/Noi la scala saliamo /Dell'alterità immaginale/Sublime anima dell'anima (Robertomaria Siena)”.

L’espressione artistica contemporanea si fa spesso provocazione. Lo dimostrano i tanti episodi di performance a sfondo erotico, a partire da Marina Abramović fino ai casi più recenti.  Come quello di Deborah de Robertis, nuda al Musée d'Orsay, tanto per citarne uno. Cosa ne pensi ? E come viene utilizzato il nudo nella tua ricerca artistica e comunicativa?
“Ritengo che non sarebbe appropriato definire Sublimazione un lavoro “a sfondo erotico”. Proprio il contrario! Rappresenta il processo di trasformazione di una pulsione incivile in una socialmente accettabile, l'arte. Rivendica la legittimità del corpo nudo in tutto il suo splendore come pura manifestazione. Per questo trovo lodevoli alcune iniziative della Abramovich, soprattutto quando mette in mostra se stessa. I nudi da attraversare all'ingresso del locale li trovo invece volgari”.

I diversi livelli semantici di cui “Sublimazione” si compone, e, più in generale, il rapporto tra realtà e finzione nella tua ricerca artistica, sono contenuti estremamente complessi da comprendere, soprattutto per un pubblico di non esperti.  Come e con quali strumenti intendi trasmettere la tua opera al grande pubblico? 
“In principio era il verbo, scrive san Giovanni nel prologo del suo vangelo. E il Verbo è lo strumento di rivelazione pensato proprio per il grande pubblico. Il verbo è la frase. Il verbo è genesi e comunicazione. L'amore che nutro per la ricerca è, in un certo senso, il motore che genera la ricerca stessa, ed io assisto al risultato delle nostre azioni come il fruitore assiste all'opera dell'artista”.

Uno dei grandi problemi dell'arte contemporanea è proprio l’incapacità di permeare il pubblico meno istruito. Questione che, in parte, si ricollega all’autoreferenzialità di molte manifestazioni artistiche, tanto ridondanti e concettose “nella forma” quanto vuote “nella sostanza”. Non v’è dubbio, comunque, che oggi gli strumenti della comunicazione visiva siano profondamente cambiati, anche grazie alle nuove tecnologie e ai social media. Cosa ne pensi?
“I social network hanno un enorme potenziale comunicativo. Influiscono definitivamente sul mio modo di fare arte e di concepire un'opera d'arte. La foto che ho scattato, e che oggi rendo pubblica, ne è un esempio. Per me l'arte, per essere tale, ha bisogno di rispettare un canone, ovvero alcuni principi intralinguistici che permettano a un ipotetico osservatore di comporre un significato, relazionando gli elementi formali che costituiscono la proposizione. Si decide di giocare nel momento in cui si fissano le regole del gioco. E non c'è limite di età”.


Chi è Montez
Giorgio Capogrossi, in arte “Montez”, nasce a Roma il 12 novembre 1987. All'età di 16 anni gli viene assegnata da Intercultura una borsa di studi per un soggiorno di 10 mesi a Francoforte sul Meno in Germania, dove frequenta l'istituto Heinrich-von-Gagern-Gymnasium. In seguito, viaggia per due anni in diversi paesi dell'Europa occidentale, America latina ed Australia. Rientrato in Europa si stabilisce in Germania, a Francoforte, dove partecipa a numerose mostre d'arte contemporanea, riscuotendo i primi significativi riconoscimenti.Nel 2011 viene nominato membro del consiglio direttivo della Kunstverein Familie Montez e partecipa a numerose mostre presso importanti istituzioni come il Museo das Haus der Stadtgeschichte di Offenbach, il Museum fuer Moderne Kunst,  la Biennale della Lichtkultur e il Museum fuer Angewandte Kunst.Nel 2012 gli viene affidata la curatela della Mostra “Fragile Helden” presso il Kunstverein Familie Montez. Successivamente viene selezionato dalla Haus der Stadtgeschichte di Offenbach a.M. per partecipare al progetto itinerante “Kunsthallen Offenbach” e rappresentare nella mostra “Neue Welten” le ultime tendenze dell'arte contemporanea Europea. Nello stesso anno si trasferisce a Roma dove frequenta Scultura presso l'Accademia di Belle Arti e inizia un progetto gemellato con il Kunstverein Familie Montez di Francoforte aprendo l'Atelier Montez nel quartiere Pietralata a Roma. Agli inizi del 2013 avvia una collaborazione con la Fondazione Ducci per la Sezione Arte. A Fès, Marocco, all’interno dell’evento “IncontriFes 2013” presenta la sua prima personale di scultura dal titolo “Le Nouvelle Palmeraie”.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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