24 Aprile 2025
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La crisi italiana si configura sempre più come una crisi del sistema politico, ovvero della Costituzione materiale, non di quella formale. La sinistra italiana deve dunque comprendere che il compito che ora la attende non è semplicemente quello di battere il ‘berlusconismo’ per sostituirsi a esso, bensì di comporre un nuovo mosaico, un altro ‘atlante’ delle affinità e divergenze provando a smantellare le incrostazioni clientelari dei Partiti senza rinunciare a essi in quanto strumento indispensabile di democrazia, al posto dei quali, quando s’inceppano, fanno capolino solamente forze disgregatrici e irresponsabili, che mettono a repentaglio un bene prezioso come l’unità nazionale. Non ritengo così negativo che sul fianco sinistro del nostro universo politico le prove più convincenti di dinamismo e di versatilità stiano provenendo dalle cosiddette ‘ali radicali’, da un terzo polo stabilizzatosi “alla sinistra del Pd”, come intelligentemente sottolineato in questi giorni dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Ancora nel Terzo Millennio, la forma più rigida di contrasto ideologico rimane quello tra Stato e religione. E come si risolve un contrasto? Rendendolo impossibile. Ovvero: eliminando la religione. Quando ebrei, cristiani, musulmani, induisti, buddhisti e ‘mistici’ vari riconosceranno che le reciproche fedi non sono altro che differenti stadi di sviluppo dello spirito umano, distinte ‘pelli di serpente’ deposte dalla Storia, e che l’uomo è il ‘serpente’ che di esse si era rivestito, allora non si troveranno più in un rapporto religioso con il mondo terreno, ma soltanto in un rapporto critico, scientifico, umano. La legge sul divorzio, approvata il 1° dicembre del 1970, e il referendum tenutosi 4 anni dopo furono due “appuntamenti” determinanti per l’evoluzione futura della società italiana. Una “svolta” per il nostro Paese, uno dei primi importanti elementi di modernizzazione dell’assetto sociale venutosi a determinare dopo la Seconda Guerra mondiale. |