24 Aprile 2025
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Finalmente, quest'anno si chiude. Dodici mesi fa pensavamo che sarebbe andata meglio, ma non immaginavamo che sarebbe finita così. Caro Gesù bambino, un po' di ottimismo sarebbe cosa gradita. Vorremmo averne, sinceramente, di più. Per noi e per voi. Siate tutti più buoni, voi che potete esserlo.
In un sistema politico che cerca nuovi equilibri e rinnovate identità fra destra, centro e sinistra, il vero cambiamento può nascere dalla riforma di un solo, inequivocabile e indiscutibile, elemento di identificazione comune nella guida del Paese: il senso dello Stato.
Uno dei luoghi comuni più tipici degli ambienti conservatori italiani è l’accusa di un predominio progressista e di sinistra sulla nostra produzione culturale, comprendendo in ciò anche una sorta di egemonia sugli ambienti universitari o su quello della scuola. Si tratta di un grave errore di confusione, derivante dall’evidente complesso di inferiorità di chi è solito mescolare il mondo delle case editrici o dei circoli letterari con quello dei professori di liceo o dei docenti accademici. Vent'anni fa la battaglia ha avuto inizio con la pubblicazione del saggio No logo della giornalista canadese Naomi Klein. È la contestazione di un mondo dove l'immagine è tutto, tanto che si impiegano sempre più forze e denaro sul marchio e sulla proposta di una serie di valori immateriali e ideali da collegare a esso piuttosto che alla fase della produzione di merci. |