23 Novembre 2024
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Cromosoma X8 Luglio 2013
di Ilaria Cordì
Vanessa Cremaschi e Giovanna Famulari presentano una sorta di ‘reading’ dei lavori più incisivi ed elevati delle potesse della ‘beat generation’. Il tema è la condizione della donna, ma le due attrici-musiciste finiscono con l’agganciarsi alla tradizione libertaria americana come a un vero e proprio ‘argano artistico’ al quale agganciare l’intera regia di questo lavoro, rendendo così marginali gli apporti scenografici di musiche, disegni e video come fossero ancora in via di ‘reassemblament’ con il resto dell’opera. Elementos8 Luglio 2013
di Ilaria Cordì
Si tratta di uno spettacolo a suo modo suggestivo e originale composto di recitazione e danze, animato da figure ancestrali che indossano le antiche maschere sarde dei Mammuthones. Belle le coreografie, che si richiamano a un mondo lontanissimo. Non convince del tutto, invece, la recitazione della voce narrante, una sorta di Diogene che cerca di condurre gli spettatori all’interno di racconti epici espressi con accenti favolistici un poco ridondanti, scarsamente affini a una tradizione da ‘cantastorie’ che, invece, avrebbe completato l’opera secondo un effetto più popolaresco, forse, ma assai meno incoerente. Chi fa da sé fa più fatica8 Luglio 2013
di Ilaria Cordì
Anche il tema della disabilità entra giustamente in scena al Fringe Festival di Roma con questo ‘Chi fa da sé fa più fatica’, una rappresentazione che affronta la non semplice questione di una società che a parole si autodefinisce inclusiva, ma che in realtà risulta caratterizzata da una vuota indifferenza, dal voltare il proprio sguardo da un'altra parte rispetto ai problemi reali. The white room7 Luglio 2013
di Vittorio Lussana
Caterina Gramaglia presenta alcune piccole idee, anche carine e divertenti, che alla fine si chiudono con un encomiabile omaggio a Giulietta Masina. Il pubblico apprezza, noi un po’ meno: non si capisce per quale motivo un lavoro che poteva svilupparsi con maggiori profondità di vedute alla fine si ritrovi ristretto in un’esibizione da 35 minuti; alcune idee sembrano ‘strozzate’ in partenza, nonostante la loro originalità di principio; tutto sembra venir liquidato secondo la moda dei video da mandare su Youtube, mentre invece alcune invenzioni meritavano una lettura più articolata, anziché l’impressione di veri e propri ‘infanticidi teatrali’. |