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La prova del topo23 Giugno 2015
di Gaetano Massimo Macrì - @gmacri@periodicoitalianomagazine.it Twitter @gaetanomassimom
![]() Lo spettacolo “La prova del topo” è un racconto surreale fatto da personaggi assurdi e un po’ farneticanti, facenti parte di un’unica famiglia, all’interno della quale ognuno è legato all’altro da sottili fili intrecciati, che via via si districano rendendo più chiari i rapporti. Una performance di danza e interazione digitale, che ha saputo donare al pubblico sensazioni ed emozioni, estetismo e, al contempo, bellezza interiore. Le danzatrici Elena Cocci e Marianna Moccia non sono solo bellissime in scena: sono veramente brave a comunicare le tematiche del doppio psicanalitico e il rapporto fra uomo e tecnologia, che rischia di svuotare ogni interiorità. Si tratta di una rappresentazione di ‘teatro-danza’ tra le più interessanti di quest’edizione del Roma Fringe Festival 2015. In particolar modo, per l’ottima regia di Gianni Licata e la sua versatile capacità di riuscire a utilizzare al meglio le grandi potenzialità di spazio del parco di Castel Sant’Angelo. Luca Trezza si muove solitario sul palco, facendoci sorridere per la surrealtà della nostra vita sociale. L’approccio è drammatico, ma la surrealtà è pienamente presente in quanto realtà oggettiva. E’ vero: il modo in cui l’attore ci presenta il suo dialogo in ‘chat’ per riuscire a rimorchiare una ragazza e ottenere un appuntamento, è a dir poco originale, se non brillante. |